Condannato a morte, fu ghigliottinato il 16 agosto 1894. Di fronte al tribunale disse:
Dunque, se i governi impiegano contro di noi i fucili, le catene, le prigioni, dobbiamo noi anarchici, che difendiamo la nostra vita, restare rinchiusi in casa nostra? No. Al contrario noi rispondiamo ai governi con la dinamite, la bomba, lo stile, il pugnale. In una parola, dobbiamo fare il nostro possibile per distruggere la borghesia e i governi. Voi che siete i rappresentanti della società borghese, se volete la mia testa, prendetela.Sul patibolo mostrò di nuovo grande coraggio; un attimo prima di morire gridò rivolto alla folla:
Forza, compagni! Viva l'anarchia!
In ricordo del 24/6/1894, vorrei dedicare questo mio spazio quotidiano su internet a Caserio tramite la canzone «Sante Caserio» de Les Anarchistes:
Lavoratori a voi è diretto il canto
Di questa mia canzon che sa di pianto
E che ricorda un baldo giovin forte
Che per amor di voi sfidò la morte
A te Caserio ardea nella pupilla
Delle vendette umane la scintilla
Ed alla plebe che lavora e geme
Donasti ogni tuo affetto ogni tua speme
Eri nello splendore della vita
E non vedesti che notte infinita
La notte dei dolori e della fame
Che incombe sull'immenso uman carname
E ti levasti tu in atto di dolore
D'oscuri torti altero vendicatore
E t'avventasti tu sì buono e mite
A scuoter l'alme schiave ed avvilite
Tremarono i potenti all'atto fiero
E nuove insidie tesero al pensiero
Ma il popolo cui l'anima donasti
Non ti comprese eppur tu non piegasti
E i tuoi vent'anni una feral mattina
Gettasti al vento dalla ghigliottina
Al mondo vil la tua grand'alma pia
Alto gridando: Viva l'anarchia!
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